Emozioni sentimenti e superamento degli stessi
per le ragioni sbagliate
Apro a caso, alla famosa pagina 69: : “a volte sangue e croce sono le uniche parole che una ragazza ha disposizione”. Descrizione di sé stessa del personaggio moncler outlet online uomo Chloe, che espone la sua guerra e definisce i propri strumenti verbali, come un chirurgo che opera in zone di guerra definirebbe l’esiguità dei suoi mezzi, di fatto assomigliando ricoperto di sangue e con gesti decisi che affondano lame in un corpo come uno che ferisce e non come chi è lì per curare.
Claudia Durastanti ha registri più ampi, ovvio e per fortuna, ma sa come sia abrasa la pelle di una persona che soffre e sa registrare da una vicinanza anche infinitesimale.
“A Chloe, “: In quarta di copertina si dice:è un romanzo “americano”. E sì, certo, c’è NewYork, meglio: Brooklyn, e forse un magma di storie e decostruzioni psicologiche e famigliari moncler outlet online shop a cui solo gli Stati Uniti, distanza di piumini moncler un’Europa esplosa, ci hanno abituato. E poi c’è la scrittura, che conserva piumini moncler uomo echi di un inglese lingua madre e matrigna, forse. Come l’italiano si lascia indietro l’inglese, come si abbandona un paese per un altro, superando i confini ricordate Richard Ford, “Canada”? qui siamo in quel contemporaneo che è il paese del nostro dopo storia ( le vicende del romanzo sono significativamente marcate dall’essere dopo 11 settembre). Emozioni sentimenti e superamento degli stessi, di cui l’America è moncler outlet online uomo parte di una più generale polvere data dal cammino e dal crollo, che copre le cose o forse in nostri occhi e quella polvere è la modernità come fosse un paese di cui abbiamo superato i confini.
Cominciando dallo sfondo, c’è una New York decisamente off e non fascinosa, difficile, quella in cui si muovono Chloe e Mark, i due protagonisti di “A Chloe, ” : Stanno insieme da tre anni, quando si sono conosciuti lei è stata ricoverata in una clinica per tentato suicidio, lui che invece studiava letteratura. Con flashback, inserti temporali, il romanzo va indietro mentre va avanti moncler outlet trebaseleghe e racconta: lei i che viene da una famiglia popolare, con genitori inafferrabili, disagiati, rapiti via da alcol e da travagli psicologici; lui che invece alle spalle ha un padre professore universitario e una madre poetessa che però non scrive più e con disagi, un personaggio anche esso a suo modo inafferrabile, sfuggente, in lotta con la sua inquietudine psichica. La relazione nata nella rapidità casuale del dating metropolitano, è diventata a dispetto di tutto tentativo di storia, addirittura convivenza rispetto al crollo generale, un “mettere su” come si dice, casa.
Il romanzo racconta di questo tempo liquido in cui si consuma il loro rapporto, delle battaglie di Chloe e Mark di una simbiosi che moncler outlet deve spezzare il loro bissogno di simbiosi, e il peso del loro passato, del le loro famiglie, il quotidiano perdersi e riconquistarsi. Il moncler bambino saldi loro amore che non è “l’amore”, ma “un amore”, alla Buzzati. Mark e Chloe sono moncleroutlet-i esposti alla loro stessa fragilità. Chloe continua a sentire piumini moncler outlet anche la forza di gravità che la spinge ancora tagliarsi, che sente l’ombra della sua storia di periferia, di madre alcolista e di suicidi tentati. Mark invece è indurito dall’inadeguatezza del suo mondo borghese, in cui la buona educazione e la cultura non salvano da traumi, da ferite altrettanto dolorose che quelle fisiche. Tra loro è un rifugiarsi, per non essere feriti. Fughe da fermo, di chi come Mark confessa è quasi una strana “tendenza” ormai “questo voler mettere tutto in ordine”.
Intorno grazie anche alla capacità elettrica, pulsante della Durastanti di descrivere quasi come un sismografo le interferenze della realtà, il romanzo è l’attraveramento di un tempo, il tempo che si fa cumulo di macerie: immagini, oggetti, gesti, parole, frammenti di conversazione, descrizioni di un landscape metropolitano che si fa traccia di anime. Il cinema certo, ma anche, perché no, i videoclip musicali, ne sono l’archetipo più importanti, la filsosia di un montaggio moncler bambino outlet ce si fa riscrittura di sé, e che inevitabilmente dopo decenni ormai di “tradizione” artistica sono un segno che si è fatto anche stile letterario alto, come in quello che sa dimostrare Durastanti.
Lo stile è dato da una concatenazione e proliferazione di linguaggi, febbrili, letterari,volte pop, urlati, o poetici, emozionali, in una costruzione vertiginosa, a volte un po’ annodata in certe pagine di lingua, moncler saldi outlet che si dispone secondo una spirale in cui si intravedono fratture, quasi sottili come disturbi della contiguità mimesi di un vibrare inquieto e che forse dovuto come è stato osservato da più parti alla duplicità moncler saldi uomo linguistica dell’autrice, divisa per biografia tra italiano e inglese.
Direi che tutto i romanzo è scritto camminando sul filo tra storia del malessere e quel fare i conti con le parole “croce e sangue” parole emblema di un’ eredità culturale quella che sta tra rock e arte maledetta tra Baudelaire e il Punk, per dire che considera le ferite come geroglifico di sé, un’ “espressione”. Claudia Durastanti accompagna Chloe in una trasformazione e in una consapevolezza che è moncler uomo passaggio dal compiacimento dell’autolesionismo al distacco da questo.
Il taglio è solo un taglio e fa male, ferirsi fa male, davvero. Fuori dalla clinica, Chloe l i ripensa con qualche nostalgia come una “traiettoria”, una chiara visione di dove andare. E tuttavia quel valore che ha da sempre il male di vivere, è spesso un’ipocrita rappresentazione compiaciuta di sé, non il vero sé.
Spesso il 900 soprattutto (complice Freud) della comprensione del male ha fatto tuttavia un” elogio del malessere”, o della perversione. Il disagio, la psiche spezzata e Chloe è una specie di “ragazza interrotta” è diventato un brand, Il malessere è un beat continuo; questa è la civiltà che dal male di vivere ha imparato molto, dal suo camminare lungo il wild side o meglio dall’averci fatto camminare soprattutto pochi artisti votati come vestali a questo e poi averne goduto, comprandone gli effetti commerciali, in poltrona, a fianco un caso chic con dentro i fiori del male.
Tornando alla protagonsita, Chloe invece compie una faticosa emancipazione daciò,si trasforma, dentro la storia e dentro la sua storia, proprio massacrandola, di amore che pure non va verso l’idillio e forse proprio per questo si fa costruzione. Chloe ha un doloroso divenire col corpo la responsabilità della via negativa che ha percorso, non si fa sconti e vuole uscirne e tuttavia proprio per questo, continuare a sapere/sentire di essere stati qualcosa, tenere viva la memoria di moncler saldi ciò che è stato. Aver attraversato una cicatrice, muta lo sguardo delle cose. Per questo il flusso del punto di vista di una Chloe che cambia sta dentro lo stile nevrotico e ipnotico di Durastanti, la registrazione cinetica del fluxus dei dettagli che la scrittrice con grande talento adotta poi come registro non banale, antinaturalistico, una corrente carsica che dà il senso del libro già dalla forma e che solo in apparenza sembra un compiacersi emotivo del malessere (e invece ne è appunto la traccia di quel che resta nello sguardo, perché in ogni modo la memoria di una sofferenza resta coscienza viva).
(e il romanzo è questo corpo a corpo: da questo punto di vista emblematico il personaggio di Anne, la madre di Mark, diventata poetessa anni prima quasi “per distrazione” e per sanare i suoi dissesti. Poi quando sono stati sanati, dice, “o non ho saputo scrivere più nulla o solo cose brutte”. Soffrire soltanto non basta a scrivere).
Insomma Chloe per parafrasare un poeta famoso che si sentiva dal mondo dimenticata, ma non dimentica del mondo, trova una sua specie di infinita letizia nel mantenere la mente piena di frequenze distoniche, di disarmonie, spot, di piccoli lampi del reale distorto in cui scorre il suo malessere e l’immagine del mondo che lo riflette.
Mark affascinato ma pure sopraffatto da quella storia di dolore pensa che sia “come se la malattia non sia che una piumini moncler saldi storia inventata “”messa in piedi per difendersi da una vita senza epica. E invce la sfida di Chloe sarà proprio sfuggire ad ogni determinismo, sfuggire ad ogni bisogno nel prendersi cura dell’altro. Non fare male all’altro, ma neppure lasciare che altri ce ne facciamo. Avere una storia, propria senza bisogno dell’altro per costruirla. Una storia senza epica, in cui il dolore non sia più un’autorappresentazione del dolore. In fondo le ferite erano una scrittura sbagliata.
La storia senza epica fa il paio con l’epoca in cui Marke e Chloe si muovono: l’America del dopo 11 settembre. La Gande Storia è andata in polvere, e quella polvere s’è fatta metafora, velo di un presente che nella sua doratura luminosa, scorge sempre il barbaglio di una catastrofe possibile, incombente e di una nostalgia inspiegabile che Mark e piumini moncler scontatissimi Chloe pur così giovani provano spesso.
Chloe, e Mark, proprio nel momento in cui trovano la loro storia pensano, come scrive Chloe, “a tutte le strade che non ho percorso, e alla felicità incapace di autoassolversi, questa felicità sbilenca che spinge spesso a desiderare di essere altrove”. Chloe, che perde tutto quello che ha dentro nel momento in cui si salva, Chloe che precipita nella biologia vera dei outlet moncler milioni della folla anonima, che fino a quel momento le sono passati davanti come comparse in un film: e succede “quando la tua persona non è più in grado di sostenere il tuo personaggio”. Si resta fermi quando il desiderio di perdersi è moncler donna così forte da non poter essere sostenuto, quando quel desiderio di perdersi è assoluto, totale, Chloe e Mark. Si lasciano, non si perdono, vanno altrove, ma restano qui. Restare qui, in questa normalità che non è moncler outlet serravalle più la stessa, il miglior posto, alla fine, in cui sentirsi altrove.